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Soluzioni digitali per la mobilità del futuro

Come si sta muovendo l’Italia rispetto all’UE in campo green?
Quanto è cambiata la mobilità dopo la pandemia da Covid-19?
Come si trasformeranno le città nel post pandemia?
Qual è il ruolo delle tecnologie nella mobilità del futuro?
Qual’è il ruolo del Mobility Manager?

Queste – e chissà quante altre – sono le domande che urbanisti ed esperti del settore si stanno ponendo dall’inizio della pandemia. C’è la necessità di ripensare le nostre città, ridisegnarle, avendo come obiettivo la sostenibilità ambientale, sociale ed economica. E la mobilità rappresenta un elemento chiave per lo sviluppo sostenibile.

Lavorando con clienti del settore mobilità, abbiamo deciso di redigere un articolo che contenesse riflessioni e spunti utili sul tema della mobilità sostenibile e andasse, in particolare, a sottolineare il ruolo delle soluzioni digitali nelle nuove forme di trasporto e di servizi.

 

Quanto siamo green in Italia?

Tra gli obiettivi più importanti e sicuramente impegnativi dell’Unione Europea troviamo la totale decarbonizzazione entro il 2050.
L’Italia, in linea con le direttive europee, sta cercando di arrivare all’ambizioso traguardo, ma bisogna innanzitutto capire da che punto di inizio parte il nostro Paese.
Come sostiene il Rapporto 2020 dell’OSMM (Optimal Sustainable Mobility Mix), l’Italia parte infatti da una situazione penalizzante rispetto agli altri Paesi.
Il trasporto pubblico poco efficiente e non sempre strutturato su tutta la Penisola, un parco auto vecchio ed inquinante (basti pensare che il 35% delle auto è di classe pari o inferiore a Euro 3), la scarsa abitudine ad una mobilità condivisa, un utilizzo sempre maggiore delle auto private a scapito dei mezzi pubblici sono solo alcuni dei fattori che causano il grande divario tra il nostro Paese e il resto d’Europa e che portano l’Italia agli ultimi posti delle nazioni più virtuose in materia green.

L’Italia sta muovendo i primi passi verso un importante cambiamento che, ci si auspica, diventerà sempre più profondo, fino a toccare tutti i canali di mobilità e a modificare le abitudini di vita dei viaggiatori. Dall’elettrificazione dell’automobile passando per la mobilità condivisa e il cosiddetto ‘sharing’, l’Italia sta cercando ormai da diversi anni soluzioni digitali e alternative che riescano ad integrarsi bene all’interno di un piano economico e sociale.
Un importante aiuto per le città sta venendo dai PUMS, i Piani Urbani di Mobilità Sostenibile:  è il caso delle città di Milano e Bologna, per esempio, dove i PUMS sono stati implementati per aiutare ad accelerare la riduzione delle emissioni nocive.
Sono proprio queste stesse città a comparire ai primi posti della classifica stilata dal rapporto dell’OSMM 2020: nella frammentata situazione italiana spiccano Milano, Firenze, Torino, Bologna e Roma, mentre agli ultimi posti compaiono Messina, Napoli e Palermo.

 

I cambiamenti post Covid-19

Se da un lato l’Italia stava già combattendo per diventare un Paese più sostenibile in ambito mobilità, dall’altro i diversi lockdown dovuti alla pandemia da Covid-19 hanno cambiato radicalmente le abitudini degli italiani.
L’utilizzo dell’automobile in città è aumentato di circa il 70%, lo spostamento a piedi del 26%, mentre l’utilizzo del trasporto pubblico ha subito un calo del 25% secondo i dati forniti da Apple Maps che si riferiscono al periodo tra il 15 febbraio e il 19 settembre 2020.
Dai dati di Google Maps invece, basati sulla posizione degli utenti, si evince quanto sia stato importante l’effetto smart working, con un calo di presenza del 27% sui luoghi di lavoro.

Quello che la pandemia da Covid-19 sta mettendo a dura prova è proprio il processo delle città italiane verso la sostenibilità.
Nessuno si aspetta un cambiamento repentino: tutti gli attori interessati da questo processo, a partire dai viaggiatori, primi fruitori dei servizi di trasporti, arrivando alle istituzioni e alle aziende, devono agire in maniera intelligente e costante per produrre un risultato che nasce da azioni singole ma che diventerà una soluzione creata da una comunità intera.

 

Il ruolo chiave della digitalizzazione

Rendere il settore della mobilità sempre più digitale garantisce una migliore e maggiore produzione e condivisione dei dati, che rende altresì fattibile il progettare città e trasporti più efficienti.
In questo senso i famosi Big Data, reperibili tramite software o semplici App installate sui nostri telefonini, forniscono preziose indicazioni e, perché no, soluzioni digitali per risolvere situazioni particolari!
Ad esempio, è possibile calcolare in anticipo picchi di traffico in determinati giorni e porvi rimedio.
Oppure calcolare la migliore percorrenza per servizi di soccorso urgente. O ancora monitorare i servizi di mobilità attivi e, attraverso un algoritmo automatizzato, suggerite opzioni di mobilità alternative, incoraggiando l’adozione di comportamenti più responsabili e sostenibili.
Il corretto uso dei dati è, infatti, prezioso per la gestione e l’ottimizzazione delle stesse risorse primarie, quali combustibili fossili ed elettricità.
Ottimizzare e affinare sempre di più i dati, permette anche, come logiche conseguenze:  la riduzione degli incidenti, delle migliori performance di guida e una più scrupolosa tutela dei pedoni.

Secondo l’urbanista Maurizio Carta, che vede nelle “città aumentate” l’unica strada auspicabile e percorribile: “La tecnologia digitale applicata ai trasporti renderà le persone più intelligenti nei comportamenti”. C’è la possibilità, prosegue l’esperto, che: “un giorno partiremo da casa in bicicletta, monopattino o con una piccola auto elettrica condivisa, lasceremo il mezzo in una stazione del tram o della metropolitana, raggiungeremo una stazione per prendere un aereo o un porto per imbarcarci e a destinazione c’è già un’auto condivisa – presto a guida autonoma – che ci aspetta per portarci a destinazione, per poi “andarsi a cercare” un altro passeggero”. Il tutto possedendo un semplice smartphone invece che un’auto.
La stessa Commissione Europea, nel piano intitolato ‘Strategia per una mobilità sostenibile e intelligente’, sottolinea come la digitalizzazione sia uno dei pilastri fondamentali per sviluppare una mobilità Green e Smart. 

A questo punto una domanda potrebbe sorgere spontanea. Chi deve gestire la sostenibilità nel settore della mobilità? Investire nella formazione qualificata di operatori pubblici o privati e fornire quindi indicazioni utili agli Stati Europei nella realizzazione di una vera mobilità sostenibile è a dir poco fondamentale.
Fornire competenze in aree strategiche come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e il cloud computing, iniziando – tanto per fare un esempio – delle collaborazioni con le facoltà accademiche preposte, è una priorità che non può più passare in secondo piano. La mobilità sostenibile, oltre a non essere più demandabile, è a tutti gli effetti già realtà.

In collaborazione con Euromobility abbiamo sviluppato Plat4MM un tool in grado di aiutare i Mobility manager nella redazione dei PSCL (Piani degli Spostamenti Casa-Lavoro). In questo modo è possibili monitorare ed, in alcuni casi, influenzare le scelte quotidiane di mobilità delle aziende e dei singoli dipendenti verso una transizione Green.